Storia del Comune
Origini del nome
Fino al IX secolo i bizantini chiamavano questa zona Pausis Alòs (Παύσις Αλός in greco, ossia 'porto al mare'). Fino al X secolo la zona fu denominata "Puteus-alòs", ovvero pozzo a mare.
Nell'XI secolo la zona risulta essere denominata Pusalo o Posalo, mentre nel XII secolo, dopo la conquista araba, il territorio viene citato come Marsa as Deramini (porto dei dromedari) da Edrisi. Nel XV secolo viene citato come Alpusalli, Poçallo, Pocial e Puoçalo, mentre nel XVI secolo viene indicato come Lapuzzallu, La Puzzallu, La Puzzòla e Puozzàla.
Nella prima metà del XVII secolo le forme comuni sono Puzzallus e Puzzallum, mentre nella seconda metà del secolo scorso la forma siciliana U Puzzaḍḍu viene italianizzata in Pozzallo, comportando la perdita dell'iniziale articolo determinativo. Frequenti furono gli errori di trascrizione o di interpretazione del toponimo: Sebastiano Salomone fa risalire il nome a un fantomatico Pozzo del Gallo mai esistito in zona, mentre Corrado Avolio affermò che esso derivi dal latino pecium, misura agraria.
Per due volte si provò a cambiare il nome della cittadina: nel 1836, in occasione della visita ufficiale di Ferdinando II delle Due Sicilie, si propose di mutare il nome in Ferdinandea al fine di ottenere l'appoggio del re in alcune dispute territoriali con Modica; tuttavia, a causa di una tempesta la visita fu cancellata e il nome non cambiò. Nel 1935 l'amministrazione comunale, con l'obiettivo di incrementare il turismo nella zona, propose di modificare il nome in Rosa Marina, trovando la resistenza della popolazione, in maggioranza analfabeta e dunque legata al vecchio nome.
Storia
Preistoria ed età classica

Le attestazioni più antiche della presenza umana nei pressi della città si trovano in contrada Bellamagna, a Cozzo Rao e in contrada Carpintera. La prima si trova 2,5 chilometri a nordovest di Pozzallo, la seconda poco più di un chilometro a nord, la terza è a ridosso del cimitero comunale. In questi siti sono state rinvenute tombe a grotticella artificiale risalenti all'età del bronzo e alla cultura di Castelluccio, datata tra il 2200 e il 1450 a.C. La necropoli di contrada Bellamagna è quella meglio conosciuta, mentre le informazioni sugli altri due siti sono più lacunose.
In contrada Porrello, situata tre chilometri a est di Pozzallo, sorgeva probabilmente un empòrion di età arcaica ed è attestata una necropoli tardoantica. Nel 1908 fu inoltre ritrovato in un terreno di proprietà del marchese Corrado Tedeschi un recipiente con all'interno 600 monete romane; circa 400 di esse furono trafugate, mentre le restanti 229 furono studiate dall'archeologo trentino Paolo Orsi, che le datò tra il 72 e il 249 d.C. A epoca tardoantica risale anche una necropoli costituita da due ipogei con arcosoli monosomi e polisomi e da tombe a fossa. Ipogei tardoantichi, alterati da costruzioni successive, sono presenti anche in contrada Carpintera, mentre quelli situati in alcune delle vie centrali della città sono stati distrutti o occultati dallo sviluppo urbanistico. Reperti risalenti al IV secolo d.C. provengono dalla zona centrale della città. Resti di età medievale, forse risalenti al XII secolo e probabilmente attribuibili a fornaci, furono rinvenuti da Orsi nella zona tra Pozzallo e Santa Maria del Focallo.
Alla fine del XIX secolo fu ritrovata nella zona dello Scaro un'antica tomba messena, presumibilmente risalente alla terza guerra messenica e attribuita da alcuni storici a un membro dell'alta nobiltà; si ipotizza, quindi, che la zona divenne luogo di rifugio per alcuni soldati messeni sconfitti, che ivi si stabilirono in capanne di fortuna. Tuttavia, tali supposizioni sono state messe in dubbio da diversi storici, che hanno evidenziato come non sia stata fatta un'adeguata ricognizione del sito tombale prima della sua definitiva copertura.
Medioevo: il Caricatore e la Torre Cabrera


Verso la fine del XIV secolo Manfredi III Chiaramonte, conte di Modica, si interessò della zona compresa tra Capo Passero e Punta Regilione. Quel tratto di costa era caratterizzato dalla presenza di numerosi pozzi naturali d'acqua dolce, tra cui quello della Senia e quello di Pozzofeto, che consentivano il ristoro ai marinai di passaggio.
Nella zona erano inoltre presenti dei magazzini in disuso, che il conte aveva intenzione di ricostruire al fine di realizzare un porto strategico lungo la rotta verso Malta. Tuttavia, nel 1391 Manfredi morì e il progetto fu ripreso dal suo successore, Andrea, che costruì un Caricatore, ossia un complesso di magazzini che comprendeva pontili e scivoli per l'imbarco di merce, specialmente frumento, orzo e carrube, sui velieri.
Nel 1392 Martino il Giovane invase la Sicilia, per prenderne possesso dopo aver sposato Maria di Sicilia, sovrana dell'Isola. Gli invasori trovarono la resistenza di una piccola coalizione filo-angioina guidata da Andrea Chiaramonte. La coalizione venne agilmente sconfitta dall'esercito aragonese, guidato da Bernardo Cabrera, e Andrea venne impiccato a Palermo per alto tradimento. Il nuovo re premiò Cabrera, nominandolo Grande Ammiraglio del Regno d'Aragona e concedendogli il territorio della prestigiosa Contea di Modica. Egli ampliò il caricatore e costruì la piana dei fossi, una serie di fossati capaci di contenere migliaia di salme di frumento. Quando morì, la contea passò al figlio Bernardo Giovanni, che chiese l'autorizzazione di poter costruire una torre di difesa per difendere la zona dalle incursioni dei pirati, che solevano nascondersi nelle rade di Raganzino, Maganuco e Cala Brigantina; il decreto di erezione della torre è datato 1429 per opera di Tommaso Fazello, che attribuisce erroneamente la costruzione a Bernardo e non al figlio Giovanni Bernardo. La torre del Pozzallo, in seguito denominata Cabrera, aveva mura esterne spesse due metri ed era lambita dal mare su un lato.
Lì prestavano servizio circa sessanta tra soldati e artiglieri e sulle sue terrazze erano piazzati cannoni di diverso calibro, mentre i cavalleggeri sorvegliavano la costa. All'interno della torre viveva anche il Regio Maestro Portolano, nominato direttamente dal conte, che era la massima carica amministrativa della borgata e si occupava della supervisione di tutte le attività di carico e scarico delle merci dai magazzini.
In questo periodo, un ignoto autore siciliano scrisse che "Puzzallo è, fra li caricatori di frumento, mediocre", facendo intendere che il caricatore pozzallese fosse poca cosa rispetto ai porti siciliani più importanti (Palermo, Siracusa, Catania e Messina).
Il 25 gennaio 1661 al largo di Pozzallo si combatté una battaglia navale tra sei galee dei Cavalieri ospitalieri, partite da Augusta, e un vascello ottomano, detto delle Barrette, diretto a Smirne da Tunisi, dove si era rifornito di schiavi. La battaglia, vittoriosa per la flotta cristiana, è stata ritratta in un dipinto seicentesco commissionato da Francesco Filomarino, signore di Diano, che vi aveva partecipato.
Il XVI e il XVII secolo furono secoli difficili per la piccola borgata: si susseguirono quattro epidemie di peste (1576, 1622, 1626 e 1631), tre carestie (1581, 1590 e 1672), tre invasioni di cavallette (1616, 1637 e 1666) e due alluvioni (1619 e 1622), che decimarono la popolazione. Tuttavia, l'evento più devastante fu il terremoto del 1693, che fece crollare interamente la torre, che già dava segni di cedimento.L'artiglieria che venne recuperata dalle macerie fu spostata sulla scogliera tra Pietre Nere e Santa Maria del Focallo, dando via libera ai pirati di poter saccheggiare la borgata. Dopo mesi di proteste da parte degli abitanti, stanchi delle continue incursioni dei corsari, la Torre fu ricostruita con l'aggiunta di una grande piattaforma merlata affacciata sul mare e una serie di contrafforti, per dare maggiore stabilità.
In seguito la Torre fu ulteriormente rinforzata con delle spranghe di ferro che ne cingevano le mura; tuttavia, esse furono rimosse durante la ristrutturazione del 1960.
All'inizio del XIX secolo scoppiò la polveriera, sita all'ultimo piano della torre, che danneggiò la struttura e che scagliò alcuni massi sulle abitazioni; la torre fu subito ricostruita, ma ormai aveva perso la sua funzione strategica: le incursioni dei pirati non avevano più luogo da decenni e la ricostruzione aveva uno scopo estetico più che difensivo.
Erezione a comune autonomo e sviluppo commerciale


Con la fine del feudalesimo in Sicilia il caricatore perse importanza e, nel corso del XIX secolo, fu quasi totalmente demolito per lasciare spazio alle abitazioni: la popolazione era costituita in un primo tempo da poche centinaia di persone fra soldati e pescatori, ma ben presto, con l'incremento delle attività marittimo-commerciali, arrivò a triplicarsi.
Presso le famiglie facoltose del paese iniziò quindi a svilupparsi l'idea di una possibile separazione da Modica, di cui Pozzallo era una frazione, per costituire un comune autonomo, nell'ottica di aumentare il volume delle attività commerciali e delle entrate dalle tasse. Questa prospettiva trovò la resistenza del decurionato di Modica, che amministrava direttamente la borgata tramite un Eletto e un Ispettore di Polizia. Le richieste di autonomia amministrativa spinsero Modica, nel 1817, a concedere a Pozzallo 21 eleggibili presso il decurionato, misura ritenuta comunque insoddisfacente dagli abitanti pozzallesi, che continuarono a perorare la causa separatista.
La disputa ultradecennale con Modica si risolse infine il 12 giugno 1829, quando, con decreto di Francesco I delle Due Sicilie, Pozzallo venne eretta a comune autonomo.I primi dati certi sulla popolazione risalgono al 1826, quando risultavano residenti 1 132 abitanti, mentre nel 1831 si contavano già 1 787 abitanti.
In seguito all'impennata demografica, dovuta all'erezione a comune autonomo, si formarono tre nuclei abitativi principali: uno nei pressi della Torre Cabrera, uno nei pressi del pozzo d'acqua dolce della Senia, ossia l'odierno quartiere di Vico Vicci, e uno nei pressi del pozzo di Pozzofeto, in prossimità di quello che successivamente sarebbe diventato il quartiere Scaro. In quegli anni ebbero inizio le prime grandi opere di edilizia pubblica: vennero costruite diverse strade e piazze (la rotabile Pozzallo-Modica, la Pozzallo-Spaccaforno e la Pozzallo-Scicli, nonché, in territorio comunale, corso Vittorio Veneto, via Scaro, il Lungomare Pietrenere, Piazza delle Rimembranze e Piazza Senia), il molo commerciale della Balata, la Villa Comunale, il mercato, una scuola elementare e la Chiesa Madre. Nel 1891, inoltre, venne costruita la stazione di Pozzallo, che garantì al paese un collegamento ferroviario con i centri vicini.
Alla separazione da Modica seguì un periodo di prosperità economica, che vide l'affermazione di diverse famiglie borghesi, peraltro maggiori fautrici dell'indipendenza del comune: le principali furono i Pandolfi, i Giunta, gli Avitabile e i Tedeschi-Polara, che controllavano le attività economiche, prevalentemente legate al commercio marittimo per mezzo di decine di velieri. Sul finire dell'Ottocento, infatti, si registrò nel paese un volume di movimento merci che superava le 25.000 tonnellate, rendendo Pozzallo, insieme a Siracusa, il principale porto commerciale della Sicilia sud-orientale.
Durante il Risorgimento, Pozzallo fu una delle prime località della Sicilia a sollevarsi contro i borbonici dopo lo sbarco a Marsala ad opera dei Mille di Giuseppe Garibaldi: già il 17 maggio del 1860, due giorni dopo la battaglia di Calatafimi, il comune si era schierato in favore dei garibaldini, issando la bandiera tricolore. Il principale fautore della sollevazione cittadina fu il patriota Raffaele Scala, iscritto alla Giovine Italia, celebrato con un busto bronzeo all'interno della Villa Comunale.
Al periodo di splendore commerciale della cittadina coincise il declino della torre: già nel 1848 Ferdinando II delle Due Sicilie ne aveva ordinato il disarmo completo, declassandola a sede di un battaglione di Finanza, poi rimosso nel 1895. L'edificio rimase inutilizzato fino alla seconda guerra mondiale, quando fu piazzata sulla terrazza la batteria contraerea per contrastare i bombardamenti alleati. Nel 1943 Pozzallo subì 27 bombardamenti, che però non intaccarono mai la torre, vero obiettivo dei bombardieri. In quell'anno la popolazione emigrò in massa verso la Cava d'Ispica, spopolando il paese fino allo sbarco alleato del 10 luglio. Dopo la guerra, la torre cessò definitivamente il suo scopo militare e venne nominata monumento nazionale.
Simboli

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con regio decreto dell'8 maggio 1933. Inizialmente, nel capo dello stemma era presente un fascio littorio su campo rosso, rimosso nel 1943 in seguito alla caduta del regime fascista.
«D'azzurro alla torre quadrangolare d'argento sul mare, accostata a destra da una navicella e nel cantone sinistro del capo da una stella d'argento di cinque raggi con il motto intorno secundis ventis. Ornamenti esteriori da Comune.»
Lo stemma è dominato da una rappresentazione stilizzata della Torre Cabrera, principale monumento della città; a sinistra è presente una goletta, simbolo della vocazione marittima della città; in alto a destra è presente una stella bianca a cinque punte, circondata dalla scritta SECUNDIS VENTIS ("Con il vento a favore"), ispirata al blasone dei marchesi Polara, per quasi due secoli principale famiglia nobile della città attraverso i suoi rami cadetti, che era composto da sette stelle bianche su campo azzurro.
Il gonfalone è un drappo di azzurro.
Pozzallo (U Puzzaḍḍu o, localmente, anche U Pizzaḍḍu in siciliano) è un comune italiano di 18 901 abitanti[2] del libero consorzio comunale di Ragusa in Sicilia.
Comune a vocazione marinara e turistica, l'unico del ragusano ad affacciarsi sul mar Mediterraneo e situato in una posizione strategica per le rotte commerciali, è noto per il porto, il maggiore del libero consorzio, per la quattrocentesca torre Cabrera, edificata dai conti di Modica,[5] e per le ampie e sabbiose spiagge.
Geografia fisica
Territorio
Il suo territorio, in parte pianeggiante e in parte sub-collinare, dista circa 35 km da Ragusa, confina a nord con il comune di Modica e a nord-est con il comune di Ispica. È il comune meno esteso del libero consorzio, nonché quello con la più elevata densità di popolazione.
Clima
Il clima di Pozzallo rientra nella zona climatica Csa della classificazione di Köppen. Il clima è mediterraneo, contraddistinto da inverni miti e piovosi e da estati calde e povere di precipitazioni, mitigate dalla brezza marina.
Secondo una ricerca effettuata dall'ENEA nel 2001 sull'irraggiamento solare, Pozzallo è il secondo comune italiano su cui il sole batte con maggiore intensità, preceduto solamente da Pachino. Il valore della radiazione solare media annua corrisponde a 6 035 MJ/m².[6]
Mese | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 15,3 | 15,7 | 16,7 | 18,7 | 22,5 | 26,5 | 29,4 | 30,0 | 27,6 | 23,8 | 20,0 | 16,6 | 15,9 | 19,3 | 28,6 | 23,8 | 21,9 |
T. media (°C) | 11,6 | 11,9 | 12,7 | 14,6 | 18,2 | 22,1 | 24,8 | 25,4 | 23,4 | 19,9 | 16,1 | 13,0 | 12,2 | 15,2 | 24,1 | 19,8 | 17,8 |
T. min. media (°C) | 8 | 8,1 | 8,8 | 10,6 | 14,0 | 17,7 | 20,2 | 21,0 | 19,3 | 16,0 | 12,4 | 9,5 | 8,5 | 11,1 | 19,6 | 15,9 | 13,8 |
Precipitazioni (mm) | 64 | 41 | 37 | 22 | 11 | 4 | 1 | 8 | 29 | 97 | 61 | 65 | 170 | 70 | 13 | 187 | 440 |